crolloI sottoscritti Partiti e Associazioni denunciano alcune azioni molto gravi che l’attuale Amministrazione comunale sta compiendo -senza alcun fondato motivo d’urgenza e, parrebbe, senza alcuna autorizzazione- degli Organi preposti, nel centro storico di Cosenza.

L’occasione di questi interventi distruttivi è stata data dalla sciagurata evenienza che pochi giorni fa sono crollati, dopo una pioggia, i solai di un palazzo patrizio nel quartiere di Santa Lucia, nel centro storico della città. Si teme che, a causa di questo crollo, il palazzo abbia subito danni alle strutture tali da renderlo pericolante. L’Amministrazione di Cosenza, per tutta risposta, è intervenuta iniziando a demolire un’altra casa, lontana alcune decine di metri del suddetto palazzo, ma che si affaccia sulla stessa, artificiale, “piazzetta” formatasi a seguito di altri crolli di consimili edifici antichi. Abbiamo scritto inizia a demolire perché il Sindaco ha minacciato di abbattere almeno altre due case, ma non quella della quale sono appena caduti i solai. Ci chiediamo il perché di questa ‘somma urgenza’ di demolire edifici che versano in cattive condizioni ormai da diversi anni e non intervenire, invece, sul palazzo i cui solai hanno appena ceduto.

L’Amministrazione di Cosenza avrebbe dovuto chiedere l’autorizzazione agli Organi competenti perché, ai sensi del D. Lgs. n. 42/2004, gli assi viari in un Centro antico -così come le cortine edilizie che vi si affacciano- sono di proprietà pubblica e di interesse storico e, pertanto, non possono essere soggette ad alcun lavoro, senza autorizzazione da parte del MiC. Vorremmo sapere anche -dal Segretario regionale del Ministero della Cultura, dottor Patamia- se è stata convocata, per queste demolizioni, la “Commissione regionale per la tutela del patrimonio culturale” che, a causa della complessità e dell’antichità del tessuto urbano di Cosenza, è l’unico organismo, secondo il DPCM n. 171/2014, che avrebbe potuto autorizzare un così drastico e irreversibile intervento.

L’area del Centro storico, e zone limitrofe, sita nel territorio del comune di Cosenza ha notevole interesse pubblico ai sensi della legge 29 giugno 1939, n. 1497, ed è quindi sottoposta a tutte le disposizioni contenute nella legge stessa, con decreto ministeriale 15 luglio 1969, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 208 del 14 agosto 1969. In aggiunta -con il decreto del 26 giugno 1992, sollecitato dalla nota n. 17375/87 del 12 marzo 1991 e dalla nota n. 5214 del 7 settembre 1991 della Soprintendenza B.A.A.S.- il Ministro per i beni culturali e ambientali ha dichiarato di notevole interesse pubblico il centro storico di Cosenza e anche le aree limitrofe.

L’Amministrazione in carica ha continuato, del resto, a disattendere le prescrizioni di tutela, prevenzione, valutazione della vulnerabilità sismica e riduzione del rischio, limitandosi a emettere ordinanze e a procedere con demolizioni in somma urgenza.

Come è stato di nuovo possibile strappare, dopo le demolizioni di Corso Telesio e Via Gaeta, quest’altro importante tassello della forma urbana di Cosenza, come è stato possibile che sia stata praticata un’altra larga e profonda ferita nell’antico tessuto urbano che non sarà più rimarginabile? Come è stato possibile che si demoliscano e che si voglia continuare a demolire con la ruspa -senza neanche, per quel che ci è dato sapere, una delibera comunale- questi edifici nel quartiere di Santa Lucia?

E non vale la rozza opposizione che questi edifici non presentano nulla di rilevante da un punto di vista architettonico e storico, perché il carattere principale del Centro storico di Cosenza non sta solo nei “monumenti”, ma nella sua formazione composita, armonica, irripetibile e, finora, miracolosamente quasi intatta. Come diceva Antonio Cederna, l’unicità dei Centri storici italiani consiste “nel complesso contesto stradale ed edilizio, nell’articolazione organica di strade, case, piazze, giardini, nella successione compatta di stili e gusti diversi, nella continuità dell’architettura “minore”, che di ogni nucleo antico di città costituisce il tono, il tessuto necessario, l’elemento connettivo, in una parola l’“ambiente” vitale”.

I sottoscritti Partiti e Associazioni chiedono con forza al Sindaco Occhiuto di fermare, subito, questa dissennata distruzione selettiva del cuore antico della nostra città.

Buongiorno Cosenza

Pse

Sinistra Italiana

Club Telesio

Progetto Meridiano

Cosenza Domani

Articolo Uno

Partito Democratico

Verdi

Rinascita Cosenza

Associazione Arcobaleno

fiume navigabile cosenza2 735x400Che la stagione invernale porti con se disagi è risaputo. Che tante situazioni si acuiscano proprio in questo periodo altrettanto, che però non si provveda a limitarne le ripercussioni negative è un fatto anche questo.

E’ accertato che il manto stradale di una cittadina peggiori con il peggioramento delle condizioni meteo, così come è un fatto che le abbondanti precipitazioni possano procurare smottamenti e frane. E ancora, è logico che la pioggia e il freddo invoglino l’uso dell’automobile per gli spostamenti e che una piovosità ragguardevole ostruisca i pozzetti di scolo.

Ma se tutto ciò è vero, ed è vero, è altrettanto innegabile che tutte queste situazioni potrebbero essere tranquillamente gestite se si prevenissero i disagi che la stagione invernale porta con se.

Perché, diciamocelo francamente, l’inverno arriva ogni anno puntale (giorno più giorno meno) da quando l’uomo è sulla terra, e pensare che un anno non arrivi, e quindi si possa evitare di mettere mano a correttivi, oltre che censurabile è indubbiamente sciocco.

Le buche di cui è cosparso l’intero manto stradale di Cosenza non sono una novità. D’estate come d’inverno si circola su percorsi da rally. E se ciò vale per le strade figuriamoci per i marciapiedi.

Circa le frane, tra le quali la più nota è quella di Portapiana, solo una considerazione. L’ultimo intervento serio sulla zona è stato fatto dall’amministrazione Perugini (arrivarono finanche i rocciatori) poi a fronte di finanziamenti milionari solo il nulla in questi dieci anni.

Il traffico, altra nota dolente. In una città che ha il peggior piano del traffico del meridione ed un servizio pubblico insufficiente quanto impuntuale, è naturale che un banale rallentamento crei ingorghi in tutta una   città. Anche su questo si sarebbe potuto e dovuto intervenire prima, ma alle decisioni cervellotiche ed inutili (quelle del sindaco), si sa, mettere rimedio non è facile.

In ultimo gli allagamenti presenti in ogni dove. Appena cadono due gocce d’acqua ecco i disagi. Motivo? Non esiste la manutenzione di pozzetti, tombini e canali di scolo. E chi non fa la manutenzione? Domanda semplice, risposta semplice: il Comune di Cosenza.

Ciliegina sulla torta, le euforiche annunciazioni su un fiume navigabile che sembra più una barzelletta d’avanspettacolo che un progetto serio e validato da ingegneri idraulici con la I maiuscola.

Qui si rasenta il ridicolo perché per una città come la nostra che vive problemi così seri risulta quasi offensivo l’annuncio di un progetto che se vedrà la luce (con dispendio di molti milioni di euro) avrà durata breve perché realizzato in spregio a norme e regole.

Il sindaco scenda per strada (non a Corso Mazzini con la scorta) e veda i problemi che ha creato. Non c’è acqua nelle case, la sicurezza è una chimera, l’assistenza alle fasce meno protette è un diritto negato. Questo chiedono i cosentini, altro che il fiume navigabile.

Sergio Nucci

Buongiorno Cosenza

La protesta al centro anziani di via Milelli ADISS 735x400Continuano a cadere nel vuoto gli appelli dei 34 lavoratori dell’ADISS, la cooperativa che dal 2005 si occupa del trasporto di disabili e dializzati e della assistenza agli anziani nel capoluogo bruzio.

Un servizio encomiabile a detta di chi ha usufruito del lavoro degli operatori della cooperativa, un servizio che in passato ha davvero garantito la mobilità e il sostegno per i meno fortunati della nostra città. Adesso, a causa degli effetti nefasti del dissesto, il servizio vive ore di lenta ed inesorabile agonia.

Una morte annunciata e a farne le spese, anche stavolta, saranno quelle fasce più deboli incapaci di far fronte autonomamente alle incombenze quotidiane sin qui svolte da ADISS. E’ bene ricordare che la protesta di queste ore arriva da lontano.

Da diversi mesi infatti la cooperativa sta sollecitando il Comune di Cosenza a predisporre un piano per il pieno utilizzo dei cooperatori al fine di garantire da un lato il servizio assistenziale e dall’altro un numero congruo di ore che assicurerebbe a questi “precari” del volontariato uno stipendio che seppur modesto resta pur sempre uno stipendio. Ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.

Nonostante gli accorati appelli dei fruitori del servizio, nonostante le richieste degli operatori e nonostante gli impegni assunti dalla politica locale, nessuna buona novella per i 34 lavoratori. La convenzione, ormai scaduta il 30 ottobre, non ha intenerito il cuore dell’amministrazione comunale, incapace anche di predisporre un bando utile a reperire fondi regionali per garantire un servizio del quale si avverte davvero la necessità.

Non sappiamo che fine faranno i servizi di assistenza domiciliare agli anziani e i trasporti di dializzati e disabili, né quale sorte toccherà ai 34 dipendenti. Sappiamo però chi sono gli autori di questo ennesimo fallimento delle politiche sociali a Cosenza.

Dal canto nostro, oltre ad esprimere piena ed incondizionata solidarietà a lavoratori e utenti che in questo momento soffrono per colpe altrui, l’impegno a non far finire nel dimenticatoio questa ennesima battaglia di civiltà per la nostra città.

 

Sergio Nucci

"Buongiorno Cosenza"

rendanoGira sui social (Facebook e Whatsapp) l’invito “Salviamo Il Teatro Alfonso Rendano” promosso dall’Associazione Culturale Nova.
Ne siamo sinceramente compiaciuti. Tanto interesse per il nostro teatro scalda il cuore e ancor di più se l’iniziativa parte dai nostri giovani. Peccato però che l’appello giunga con comprensibile  ritardo rispetto al declassamento della nostra prestigiosa istituzione, conseguenza della maldestra gestione messa in atto dall’attuale amministrazione comunale.
Perché forse qualcuno non lo sa, ma il nostro Rendano non è più Teatro di Tradizione già da qualche anno, esattamente dal 2018, da quando cioè l’ente Comune ha iniziato a disinvestire sulla cultura e soprattutto sulla lirica.
Perché, lo sanno tutti, per essere “di tradizione” un teatro deve occuparsi principalmente di produzioni lirico-sinfoniche, e come è noto, soprattutto ai melomani nostrani, al Rendano di lirica non se ne ascolta più da tanto tempo.
È bene ricordare che i Teatri di tradizione, disciplinati dall'art. 28 della legge 14 agosto 1967, n.800 e, per il triennio 2018 - 2020, dall’art. 18 del D.M. 27 luglio 2017, hanno il compito di promuovere, agevolare e coordinare le attività musicali nel territorio delle rispettive province. La legge 800/67 prevede che il Ministro, sentita la Commissione Consultiva per il settore Musica, possa con proprio decreto riconoscere la qualifica di “teatro di tradizione” a teatri che dimostrino di aver dato particolare impulso alle locali tradizioni artistiche e musicali.
A Cosenza non si ha notizia di iniziative atte a dare “particolare  impulso alle locali tradizioni artistiche e musicali”, marchette clientelari a parte.
E’ vero che organizzare eventi lirici costa tanto ed è vero che il Comune di Cosenza è attualmente in dissesto, ma è anche vero che tra il 2017 ed il 2018 i nostri amministratori continuavano ad elargire soldi a destra e a manca, a nominare direttori lautamente pagati e certamente non ad organizzare eventi lirici.
A questo punto che fare? Si potrebbe trasformare la petizione e sottoporre ai candidati alla presidenza della Regione Calabria ed agli innumerevoli candidati a Sindaco della città di Cosenza, la richiesta di assumere un impegno serio, programmatico e, soprattutto, realizzabile, per la restituzione alla nostra città di quel “fregio” che per molti lustri è stato il nostro vanto. 
Ovvero, che i candidati si impegnino ad individuare ed erogare i fondi necessari a  programmare una stagione lirica degna di questo nome e ad avviare d’intesa con il ministero competente le procedure per riacquisire il titolo di  Teatro di  Tradizione.
Chi ambisce agli onori della carica non può sottrarsi dall’onere di predisporre un progetto serio di rinascita del Rendano. Chi vuole rappresentare la comunità deve fare fatti e non riempirsi la bocca di chiacchiere da campagna elettorale.
Si lavori affinché l’amore e l’attaccamento al Rendano non vadano perduti e grazie ancora ai giovani dell’Associazione Culturale Nova per  avere acceso un provvidenziale faro sul nostro teatro.
 
Sergio Nucci

Buongiorno Cosenza

 

vitt Avete presente corso Vittorio Emanuele II? La strada che porta alla Divina Provvidenza? Dove c’è lo slargo con il più bel panorama di Cosenza? La strada di accesso alla parte alta del nostro meraviglioso centro storico? Sì, quella. Avete capito bene.
Sapete che da più di un anno, parliamo del 16 dicembre 2019, è chiusa per la caduta di alcuni massi?
Non lo sapete? Bene, adesso sì.

Per quelli che non hanno percorso quel tratto di strada dico subito che si tratta di una delle nefandezze più gravi di questa amministrazione.

Sarebbero bastate poche migliaia di euro per mettere in sicurezza quella arteria – utilissima peraltro – e consentire nuovamente la circolazione a mezzi privati e pubblici (i bus dell’AMACO).
Ma cosi, da più di un anno, non è, nonostante gli uffici avessero predisposto per tempo il progetto per la mettere in sicurezza l’area, avessero individuato i fondi regionali e fossero pronti a bandire la gara. Poi, malauguratamente, un dirigente di quelli nominati, estromesso per il dissesto targato Occhiuto, ha scordato di dar via alle procedure e tutto si è fermato.
Da più di un anno.
Qualcuno dice che mancano i fondi ma non credo sia questa la verità perché i fondi ci sono tant’è che si continuano a distribuire ai soliti amici migliaia di euro che potrebbero essere impiegati per cose più utili … come, ad esempio, aprire una strada magari vitale per Cosenza Vecchia.
I soliti maligni dicono che questa amministrazione non ha mai avuto e mai avrà intenzione di spendere soldi nel centro storico, io dico che questa amministrazione non ha mai avuto e non ha intenzione di spendere soldi in cose che fanno bene a tutta la collettività. E’ diverso.
Eccoli i dieci anni di successi dell’amministrazione Occhiuto…

 

Sergio Nucci

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