safe imageE’ passato un po’ di tempo da quel lontano 9 febbraio 2013 quando, assieme ad altri consiglieri di minoranza, con forte senso di responsabilità, approvammo il piano di riequilibrio del Comune di Cosenza.

Votammo convintamente quel documento perché consapevoli che il dissesto avrebbe costituto per Cosenza una iattura e concedemmo fiducia a chi avrebbe dimostrato di non meritarla perché di li a qualche anno avrebbe trascinato nel baratro la nostra città.

Non ci pentiamo di quel voto così non ci pentiamo di avere successivamente sottoscritto, anche quella volta nel soli interesse dei nostri concittadini, la mozione di sfiducia ad un sindaco che ha solo lasciato macerie e miseria.

Una ricerca spasmodica di visibilità, uno scriteriato ed irrispettoso uso del danaro pubblico, questa la cifra di questo sindaco.

Oggi con la sentenza della Corte dei Conti finalmente la conferma che avevamo visto giusto e che le nostre critiche a questo modo di governare erano fondate e non strumentali.

Siamo altresì convinti che questo pronunciamento sia solo il primo passo verso il definitivo ristabilimento della verità.

Una verità che ancora in tanti non vogliono sentire ma con la quale dovranno fare i conti.

Sergio Nucci e Giuseppe Mazzuca già consiglieri comunali di Cosenza

sergio quotDiventa preoccupante la situazione dei rifiuti per i comuni che non hanno provveduto al pagamento delle morosità maturate in questi anni nei confronti della Regione

La perentorietà dell’annuncio che arriva dalla conferenza dei sindaci dell’ATO non da spazio a repliche di sorta: chi non paga non conferisce, che significa è finita la pacchia per il Comune di Cosenza che incassa la TARI dai cittadini e poi “dimentica” di pagare lo smaltimento dei rifiuti.

Non sarà facile per un Ente come il nostro, ormai al collasso e che a fatica riesce a pagare i propri dipendenti (ma stranamente paga puntualmente i consulenti nominati), fare fronte alle richieste della Regione.

Perché non sono pochi gli euro accumulati in questi anni da versare alle Regione, ma se mai si inizia mai si arriva, e ne le rassicurazioni del “pagheremo” possono bastare a far riaprire i cancelli e permettere ad Ecologia Oggi di riprendere una raccolta degna di questo nome e soprattutto di tutti i balzelli che noi cosentini paghiamo.

Cambieranno musica a Palazzo dei Bruzi? Difficile dirlo, lo si spera anche se al Comune adesso hanno altre cose a cui badare, ben più importanti della città, ovvero la candidatura a Governatore del sindaco che tante notti insonni sta provocando a lui e tutto il suo entourage.

Ma ai cosentini poco importa della Regione se la città va a scatafascio. Se è sporca, abbandonata dissestata e senza acqua. Perché questo e solo questo è il rovescio della medaglia.

Chi osanna questa amministrazione per le piazze, le feste e le lucine non deve mai dimenticare in che abbandono vive chi sta fuori dal “miglio d’oro”. Dall’inesistente manutenzione di marciapiedi e strade alla carenza della acqua al centro come in periferia, dai servizi immaginari ad una viabilità sempre più caotica, dall’assenza di una politica per lo sviluppo ed il commercio ad una eccessiva tolleranza verso abusi e soprusi.

Ecco, questo va messo sull’altro piatto della bilancia quando si giudica questa amministrazione. Se si vuole essere obiettivi e uscire dalla narrazione fantastica di questi anni questo sarebbe l’esercizio da fare.

Un po’ difficile effettivamente per chi pensa solo al proprio orticello, o peggio fa parte del cerchio magico, ma assolutamente imprescindibile per chi si dichiara terzo e lontano da beghe partigiane.

Ma la narrazione sta per finire, in un modo o nell’altro ci si avvia ai titoli di coda.

Dopo sarà meglio? Sarà peggio? Non è dato saperlo. L’augurio è che non sia più come è adesso.

Sergio Nucci

Buongiorno Cosenza

La delibera 80 approvata lo scorso lunedì 22 luglio 2019 dalla giunta comunale di Cosenza è la prova provata che le critiche a Palazzo dei Bruzi da parte della Procura della Corte dei Conti di Catanzaro erano fatti acclarati e non fantasie dei magistrati.

L’ulteriore buco di 30 milioni di euro, venuto alla luce proprio a Catanzaro, è stato argomento di discussione della giunta che ha operato tagli indiscriminati su spese da sempre considerate necessarie. Tante le voci cassate o fortemente ridimensionate e questo a conferma che i tempi che ci attendono non saranno felici. Tagli drastici, netti, per sevizi rivolti alla collettività. Tagli che avevamo preventivato e che nella delibera 80 trovano conferma.
Fa scalpore il taglio alla Biblioteca Civica di Cosenza, patrimonio di una intera città e i cui dipendenti vivono da molti mesi una condizione di penosa precarietà (l’ultimo stipendio risale a novembre 2018). I 104 mila euro inseriti in bilancio (ma non sappiamo se mai erogati) spariscono definitivamente e con essi i sogni di rilancio del prestigioso istituto cosentino Ma sono tutti i servizi destinati ai ceti meno abbienti ed ai meno fortunati a subire tagli drastici. Tante le decurtazioni che nelle prossime ore proveremo a spiegare alla città. C’è da aggiungere che il contraccolpo della delibera della Corte dei Conti miete vittime, anche se in modo parziale, tra le cooperative che perdono circa 400 mila euro. Vorremmo capire come e a scapito di chi sono stati praticati i ridimensionamenti. Una considerazione: nella delibera non c’è nessun cenno ai tagli per consulenze ed incarichi esterni all’ente. Quelli, beati loro, non sono stati neanche scalfiti.
 
Sergio Nucci

Buongiorno Cosenza

 Un'altra tegola potrebbe abbattersi sul primo cittadino oltre a quella del dissesto dell’ente. Si tratta dell’indagine avviata dalla Procura della Corte dei Conti di Catanzaro dopo le segnalazioni del sindacato DICCAP e relativa all’assunzione di dirigenti e consulenti esterni da parte dell’amministrazione Occhiuto dal 2011 in poi.

Questa, carte alla mano, la ricostruzione dei fatti. A novembre 2018 Corte dei Conti ha contestato un danno erariale di circa 900 mila euro ad amministratori e dirigenti del Comune di Cosenza per la consiliatura 2011-2016. La chiamata in giudizio della Procura della Corte dei Conti, dettagliata in ogni suo punto, è relativa ad alcune delibere di giunta circa l’assunzione di personale esterno all’amministrazione, in particolare di dirigenti e di componenti dello staff del sindaco, effettuata senza il preventivo parere ministeriale, prescritto per i comuni in pre-dissesto o in fase di riequilibrio finanziario. E Cosenza è tra questi.

Tre le delibere incriminate. La prima è la Deliberazione n. 76 del 24/06/2011 relativa alle nomine di Lucio Sconza, Domenico Cucunato e Lorenza Tucci. La seconda Deliberazione è la 78 del 24/06/2011 per l’assunzione di figure professionali nello staff del sindaco: Carmine Potestio (capo di gabinetto), Giovanni De Rose (capo della segreteria del sindaco), Giuseppe Cirò (addetto alla segreteria del sindaco), Emanuela Gagliardi (addetta alla segreteria del sindaco), Marcello Falbo (supporto al sindaco per la programmazione e la pianificazione del territorio), Elisa Crivellone (supporto al sindaco per eventi culturali e rapporti con organismi nazionali ed internazionali), Francesco Bisogno (supporto al sindaco per l’attuazione del programma e i rapporti istituzionali). La terza è la Deliberazione n. 22 del 16/03/2015 con la quale è stata ratificata l’assunzione di Giuseppe De Rose, di Alessandra De Rosa, di Angelo Brutto e di Giuseppe Carotenuto.

La Corte dei Conti ritiene che “gli atti citati pertanto devono essere ritenuti forieri di danno erariale” ed ha richiamato “alla propria responsabilità i dirigenti estensori delle delibere, ma anche il sindaco e gli assessori in carica” che le hanno ratificate con il loro voto in giunta.

Nella citazione si sottolinea come la “responsabilità amministrativa e politica che di seguito viene riconosciuta, per danno erariale connessa alle nomine di cui sopra, prive di dovuta autorizzazione ministeriale per come previsto dal d.lgs 267/2000 e ss.mm, stante l’insindacabilità nel merito delle scelte discrezionali operate dall’amministrazione”.

Insomma si doveva chiedere l’autorizzazione alla COSFEL (acronimo di Commissione per la stabilità finanziaria degli Enti Locali) di cui all’art.155 del D.Lgs. 18 agosto 2000, n.267  organismo presieduto dal Sottosegretario di Stato pro-tempore con delega per le materie afferenti le autonomie locali e la finanza locale e che esercita il controllo centrale sui comuni e sulle province che hanno dichiarato il dissesto finanziario (art.244 e seguenti TUEL), sui comuni, sulle province e sulle comunità montane strutturalmente deficitari (art.242 TUEL) e sui comuni e sulle province che fanno ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale (art.243 bis TUEL) ed è quest'ultimo il caso attinente al Comune di Cosenza.

Ai sensi del sopra citato art.155 del TUEL e dell’art.5, comma 6, lett. c) del regolamento che disciplina attualmente la Commissione (D.P.R. 8 novembre 2013, n.142), la stessa concede o nega l'approvazione ai provvedimenti in materia di dotazioni organiche e di assunzione di personale, entro novanta giorni dal ricevimento.

Non si capisce perché in tutte e tre le Deliberazioni la Giunta, sempre presieduta da Occhiuto, non abbia chiesto questo parere “obbligatorio”.

Il danno che ammonta a quasi 1 milione di Euro è stato contabilizzato analiticamente e al solo Sindaco  vengono contestati circa 350.000 euro di danno erariale che dovrà risarcire personalmente, così come personalmente dovranno risarcire, se condannati amministratori e dirigenti estensori e firmatari di quei provvedimenti.

Secondo gli atti, i destinatari del provvedimento di contestazione della Corte dei Conti per il reato di danno erariale sono Lucio Sconza, Ugo Dattis, Francesco Grossi, Giampiero Gargano e Alfonso Rende. Sul piano politico, la magistratura contabile ha chiamato a rispondere il sindaco Mario Occhiuto e gli assessori Luciano Vigna, Davide Bruno, Alessandra De Rosa, Katya Gentile, Giuseppe De Rose, Marina Machì, Rosaria Succurro, Carmine Vizza. Nessuna responsabilità per Martina Hauser, assente alla seduta del 24 giugno 2011.   Per la delibera del marzo 2015 devono rispondere anche Francesco De Cicco e Nicola Mayerà, subentrati nell’esecutivo e presenti all’approvazione del documento.

Particolare non di poco conto è che al termine della fase istruttoria, a febbraio 2019 sono stati prosciolti Katya Gentile e Davide Bruno.

Restano imputati tutti gli altri che dovranno rispondere davanti alla Corte nell’udienza del 13 Novembre 2019.

Se dovessero essere condannati in primo grado saranno liberi di fare ricorso in ultima istanza. Dopo il Secondo grado, il provvedimento si riterrebbe definitivo e partirebbero le ingiunzioni per il risarcimento del danno.

Questi i fatti. Per le chiacchiere rivolgersi al Comune.

 

Sergio Nucci

“Buongiorno Cosenza”

Su una cosa siamo d’accordo con il sindaco di Cosenza: i numeri non mentono. Sono freddi, impietosi, veri e non mentono mai neanche quando qualcuno vorrebbe addomesticarli a proprio vantaggio.

Perché due più due farà sempre quattro e perché dieci sarà sempre maggiore di nove.

Fatta questa premessa con la stessa schiettezza diciamo che le affermazioni del primo cittadino sulle finanze comunali sono tutte, nessuna esclusa, confutabili.

Dalla prima all’ultima, facendo ricorso proprio a quei numeri che lui stesso chiama in suo soccorso ma che alla fine si rivelano il peggior j’accuse al suo modo di gestire la cosa pubblica.

Perché i numeri descrivono una verità che per quanto dolorosa per questa amministrazione è l’unica certificata.

Il sindaco afferma ad esempio che questa amministrazione ha ereditato una situazione debitoria di oltre 100 milioni di euro ma poi dimentica di aggiungere di aver ricevuto dalla Cassa Depositi e Prestiti ben 160 milioni di euro per ripianare proprio i debiti degli anni passati.

Il sindaco afferma che non ci saranno ripercussioni sostanziali per i cosentini in caso di dissesto ma non dice che ad esempio per i commercianti la COSAP aumenterà in maniera vertiginosa ovvero che raddoppierà.

Il sindaco afferma di aver risanato le casse comunali ma non dice che nel  2012 il debito rendicontato dell’Ente era di euro 200 milioni di euro e che nel 2018 diventa magicamente di ben 305 milioni ,ovvero 105 milioni di euro in più ,ovvero circa duecento dieci miliardi di vecchie lire.

Il sindaco afferma di aver ridotto la spesa per il  personale del comune ma dimentica di dire che dal 2011 (data del suo insediamento)  più di 600 dipendenti sono andati in pensione e che la stessa non è di competenza del comune.

E potremmo continuare.

Troppe affermazioni di questo sindaco non sono vere, o meglio sono false. Resta da capire se il sindaco dice il falso perché  è in malafede o dice il falso perché incompetente.

A questo punto la domanda nasce spontanea. Cosentini preferite un sindaco in malafede o un sindaco incompetente?

Tertium non datur.

Sergio Nucci

"Buongiorno Cosenza"

P.S.: a questi indirizzi le risposte alle legittime domande: perché fidarsi è bene non fidarsi è meglio.

http://www.buongiornocosenza.it/pdf/relazionerevisori2019-21.pdf

http://www.buongiornocosenza.it/pdf/CONSUNTIVO2012.pdf

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