Pensa di stare “sotto rete” il sindaco Occhiuto. Ogni tanto qualche lacchè trasformista gli alza la palla e lui fa partire una delle sue temibili schiacciate. Ma siccome é senza avversari da un po’ di tempo, allora si diletta a colpire gli incolpevoli spettatori.
Così, qualcuno solleva il problema stipendi e lui parte con l’attacco delle associazioni cittadine, che hanno lanciato l’allarme sulle gravi condizioni finanziarie del Comune, purtroppo sottovalutate da tutti, meno che dalla Corte dei Conti, che certamente non occupa ragionieri alle prime armi.
Occhiuto pensa che, avendola fatta per due volte sotto il naso ai cosentini, può trattarli da ipocerebrati con la storiella del ritardo degli stipendi per l’allarme dissesto.
Piuttosto Occhiuto ci dice che il tesoriere comunale non intende più effettuare anticipazioni di tesoreria perché non si fida della sua amministrazione. E come potrebbe fidarsi a leggere il provvedimento della Corte dei Conti e, da ultimo, il parere dei revisori sulla delibera di riconoscimento dei debiti fuori bilancio?
Rivendica cifre monstre di spese e investimenti. I numeri sono numeri, dice. Ebbene, provate a sommare spese e investimenti di nove esercizi finanziari di un comune capoluogo e vedete se non ottenete risultati superiori, anche del 30%, a quelli rivendicati da Occhiuto. Provare per credere. D’altronde i numeri sono numeri.
Occhiuto tace invece sulla grave reprimenda che il collegio dei revisori ha espresso nei confronti del dirigente dell’ufficio legale, che non avrebbe comunicato immediatamente i debiti fuori bilancio. E sottovaluta pure, Occhiuto, la netta censura che fa la Corte dei Conti al dirigente responsabile del bilancio. Dovrebbe dire, Occhiuto, se questi sono dirigenti che ha trovato o che ha nominato.
Dovrebbe dire, il sindaco, se ha intenzione di sanzionare e, magari, rimuovere questi dirigenti, che hanno fatto peggio di uno stagista laureando a caccia di crediti formativi. Dovrebbe dire ancora, il sindaco, se non corrisponda al vero che avrebbe nominato un super consulente solo dopo l’allarme lanciato dalle associazioni (12 mila euro oneri esclusi per pochi giorni di lavoro).
Ma Occhiuto nel suo comunicato “sotto rete” non ci dice solo che il tesoriere (una delle principali istituzioni finanziarie del paese) si é messo paura per l’allarme di qualche associazione cittadina. Ci dice pure che é pronto a ricorrere contro il provvedimento della Corte dei Conti di Catanzaro che sancirà la dichiarazione di dissesto del comune.
La strategia é chiara: tirarla per le lunghe fino a scavallare le elezioni regionali; continuando a dire le solite panzane per farla sotto il naso, questa volta, all’intera Calabria. Panzane come quella secondo cui il dissesto del comune sarebbe già stato dichiarato nel 2010; ci piacerebbe leggere la delibera del consiglio comunale, che chiaramente non esiste.
Ci piacerebbe inoltre sapere che fine hanno fatto i 160 milioni di euro ottenuti dalla Cassa Depositi e Prestiti per pagare i debiti pregressi una volta dichiarato il pre-dissesto solo qualche anno fa. Come sono stati spesi tutti quegli euro?
E con l’occasione chiarire a tutti la panzana del risparmio sulle spese del personale dovute solo ed esclusivamente ai pensionamenti di questi anni al Comune di Cosenza.
Fatevi due conti cosentini: Il personale dipendente dell’ente costa alle casse comunali 18 milioni di euro all’anno (parliamo di per circa 500 dipendenti), i consulenti esterni circa un milione i euro all’anno, saranno una ventina.
 
Il Coordinamento delle Associazioni Cittadine
 

Si è tenuta questa mattina la conferenza stampa indetta dalle associazioni Avanti Cosenza, Buongiorno Cosenza, Laboratorio Riformista, Oltre i colori, Comitato di azione civile “Cosenza Europa”, Italia in comune sezione 25 aprile Cosenza, Cosenza in Comune per un’altra idea di città, Cosenza socialista.

Una conferenza preparata nei minimi dettagli e coordinata da Valentina Falconi, che ha riscosso un successo evidente. Tanti, infatti, sono stati i comitati di quartiere che hanno preso parte, di fatto condividendo i contenuti proposti dalle associazioni promotrici. Questi i nomi: Comitato Via Panebianco, Comitato Casco, Area Storica Cosenza, Comitato Viale Mancini – Riapriamolo subito.

Molti gli interventi, tra cui particolare rilievo ha assunto quello di Sergio Nucci, veterano della politica cittadina, che ha messo in evidenza le grandi contraddizioni di un’amministrazione che cura nei minimi dettagli la forma e l’apparenza, ma che ha di fatto trascurato colpevolmente la sostanza della gestione comunale.

In tutti gli interventi si è registrato il senso d’allarme per un dissesto che è ormai nelle carte e che nemmeno l’estremo tentativo dilatorio dell’amministrazione Occhiuto potrà rinviare.

Con un linguaggio semplice e alla portata dei cittadini comuni, nel corso della conferenza stampa si sono spiegati i motivi di preoccupazione per una situazione in cui, ogni giorno che passa, il comune di Cosenza accumula nuovo deficit che, un giorno o l’altro, i cittadini saranno chiamati a ripianare.

Le associazioni promotrici e i comitati di quartiere aggiuntisi hanno manifestato la volontà di lavorare per ottenere l’accertamento del reale stato di crisi finanziaria e di cassa dell’ente e fanno appello perché , per il bene della città e dei cittadini, si lavori senza indugio al risanamento delle casse comunali.

Al termine della conferenza le associazioni promotrici e i comitati di quartiere si sono aggiornati ad una prossima riunione per definire le future iniziative comuni.

Buongiorno Cosenza, Laboratorio Riformista, Oltre i colori, Italia in comune sezione 25 aprile Cosenza,Cosenza in Comune per un’altra idea di città, Cosenza socialista, Avanti Cosenza , Comitato Via Panebianco, Comitato Casco, Area Storica Cosenza, Comitato Viale Mancini – Riapriamolo subito

Ho letto come tanti il documento che la Corte di Conti ha inviato al Comune di Cosenza avvisando che in assenza di puntuali e esplicative risposte da parte dell’Ente il dissesto del nostro comune sarà inevitabile.

Non è una bella notizia certo ma nessuno può dire che quanto scritto dai giudici contabili non fosse largamente prevedibile considerata l’ingente mole di spesa a fronte di una insufficiente flusso di entrate.

Più volte io, altri, tanti, abbiamo chiesto lumi su come venissero gestite le casse del Comune. Tante di quelle volte da diventare petulanti agli occhi degli ignari cittadini. E oltre a generiche e formali rassicurazioni mai alcuna chiara e circostanziata spiegazione su come si pensasse di uscire da un tunnel lungo decine di anni.

Morale della storia è che ci ritroviamo con un documento di ben 69 pagine scritto non da un contabile poco attento a norme e leggi bensì dalla Corte dei Conti che nel Paese è l’unico organismo deputato a dire se i conti degli enti pubblici vanno bene oppure no.

Dovei provare soddisfazione nell’apprendere che quello che pensavo si è verificato? No, assolutamente, perché penso a tutte le famiglie di cosentini che pagheranno sulla propria pelle una politica economica che avrebbe consigliato agli amministratori rigore e prudenza. Perché un dissesto se non è la fine del mondo è pur sempre un fatto che si abbatte come una calamità nella comunità dove si verifica.

E dunque penso alle famiglie a basso reddito con prole in età scolare che vedranno aumentare di colpo le rette per le mense scolastiche, ai giovani nuclei familiari, spessissimo monoreddito, che dovranno far fronte ad ancora più care rette per l’asilo dei proprio figli, a tutti quei contribuenti che saranno costretti a pagare tariffe ben più alte di quelle oggi praticate nel nostro comune; ai cittadini che ancora oggi utilizzano il mezzo pubblico come unica possibilità di spostamento e che subiranno le conseguenze del dissesto dell’AMACO, agli stessi dipendenti dell’AMACO che potrebbero finire dalla sera alla mattina per strada perdendo il proprio posto di lavoro, ai creditori del comune che molto probabilmente verranno falcidiati dalla procedura del dissesto aumentando così le difficoltà delle aziende che operano sul nostro territorio; agli operai delle cooperative che vedranno tagliati i servizi e quindi svanire la già misera possibilità di reddito, alle ditte impegnate nelle opere pubbliche poiché per i successivi 5 anni non si potranno realizzare nuove opere in quanto l’ente sarà impossibilitato ad accendere nuovi mutui, a tutti gli esercenti di pubblici locali che saranno costretti a maggiori spese a causa della condizione di dissesto. Penso ai cosentini che distratti da feste, celebrazioni e luminarie non hanno visto il baratro nel quale stavano precipitando.

Penso e chiedo. Chiedo a chi adesso è obbligato a dare risposte:

  • Dove finiti i 110 milioni ottenuti ai sensi del dl 35/2013 e dl 102/2013 per pagare i debiti arretrati verso i fornitori?
  • Dove sono finiti gli 11 milioni e mezzo di euro che i cittadini hanno pagato come tassa sui rifiuti dal 2013 al 2018 i e che non sono stati riversati alla Regione Calabria?
  • A chi sono stati venduti 10 milioni di immobili che mettete puntualmente tra i residui attivi e che non riuscite ad incassare? Dov’è il rogito che vi consentirebbe di tenerli in bilancio?
  • Che fine hanno fatto gli amministratori che dovevano controllare l’AMACO ed evitarne l’imminente dissesto?
  • Che fine hanno fatto i 23 milioni di anticipazione di tesoreria che dovevate restituire entro il 31 dicembre del 2018?
  • Quanti sono i milioni di euro di somme vincolate che avete utilizzato per il pagamento delle spese correnti?
  • Quanta spesa corrente avete pagato senza rispettare l’ordine cronologico delle fatture emesse dai fornitori?
  • Quanti avvisi di accertamento sono stati recapitati ai contribuenti per imposte già riscosse e magari esposte tra i residui attivi?
  • Quando farete la delibera dei debiti fuori bilancio che la Corte dei Conti attende dal dicembre 2017?
  • Quanto tempo occorre al dirigente del settore per realizzare una attendibile ricognizione dei debiti fuori bilancio?

 Non attendo risposte anche perché non ne arriveranno. MA stavolta sono soddisfatto perché non potranno esimersi di darle a qualcuno più in alto di me.

 Sergio Nucci

“Buongiorno Cosenza”

P.S.: la delibera della Corte dei Conti è scaricabile integralmente qui

Volevo rivolgere i miei più calorosi auguri agli 11 dirigenti vincitori di concorso (tra questi Alessia Loise, Antonella Rino, Walter Bloise, Giuseppe Filice, Matilde Fittante e Annarita Pellicori proponenti il ricorso),  che entreranno, entro 90 giorni da oggi, in servizio presso il Comune di Cosenza dopo aver vinto una causa durata anni e costata diverse decine di migliaia di euro alla collettività.

Sarà interessante capire chi risarcirà i vincitori del concorso bloccato (si parla di circa 500 mila euro) e soprattutto i cittadini di Cosenza per tutte le spese sostenute e da sostenere legate a questa vicenda.

Come dicevo ieri in un’altra nota tutti i nodi vengono al pettine ed una volta arrivati son difficili da sciogliere.

Per chi avesse tempo e voglia cliccando sul link è possibile prendere visione della sentenza di ottemperanza n° 3941/2019 della V sezione del Consiglio di Stato, pubblicata oggi .

Una sentenza che non ammette repliche e che non da possibilità ad alcun rinvio o differimento nominando fin d’ora, in caso di persistente inottemperanza, quale commissario ad acta il Prefetto di Cosenza.

Attendiamo, dunque, l’ottemperanza a quanto sentenziato dal Consiglio di Sato.

Auguri a tutti.

 

Link alla sentenza

Alla fine tutti i nodi vengono al pettine. Cliccando sul link è possibile scaricare la Delibera n°66 del 2019 della Corte dei Conti Sezione regionale di controllo per la Calabria depositata lo scorso 22 maggio.

Dalla lettura emergono spunti interessanti come quello che segue: "si rileva che il Collegio dei revisori, in tutte le proprie relazioni, ha evidenziato il grave deficit di liquidità dell’Ente, causa del continuo ricorso all’istituto delle anticipazioni di tesoreria, con conseguente esposizione a costi eccessivi per interessi passivi verso il tesoriere. I Revisori hanno inoltre rilevato che nel 2017 il Comune non restituisce, a fine esercizio, cospicue anticipazioni di tesoreria (ca 12 mln di euro)."

Ed ancora: "Tutto ciò induce a ritenere che non solo il percorso di risanamento intrapreso non stia dando i suoi frutti, ma anche che l’Ente non appare strutturalmente in grado di reperire le risorse necessarie per garantire il pagamento delle spese di funzionamento in via ordinaria."

Basterebbero queste poche righe, e non tutta la sentenza di 69 pagine per capire come sono state amministrate le casse del nostro Comune.

In più occasioni ho posto l'accento su una gestione "spregiudicata" delle finanze comunali fatta di frizzi e lazzi e poco di risparmio ed accortezza. Non sono stato creduto allora ma, dato che il tempo è galantuomo, c'è voluta una sentenza della Corte dei Conti per confermare che le mie erano preoccupazioni fondate.

Sarà dura per chi si ostina a difendere questo modo di amministrare confutare le tesi della Corte dei Conti ma so già da ora che ci proveranno.

Io, per intanto, mi consolo consapevole di aver visto giusto e di avere per tempo dato l'allarme.

Purtroppo, come sempre, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.

Attendiamo.

Sergio Nucci

"Buongiorno Cosenza"

 

 

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